Liceo Paolo Sarpi

Home

Progetto

Personaggi

Storia

36/E BOTTIGLIA DI LEYDA SCOMPONIBILE

Metallo, vetro

d. 80; h. 130

3/4 XIX secolo

La bottiglia di Leyda è un condensatore che deve il suo nome alla città olandese in cui fu costruito per la prima volta, intorno alla metà del ‘700. Esso è formato da un vaso metallico, che costituisce l’armatura esterna e che contiene, nell’ordine: un vaso di vetro verniciato alla gommalacca, per aumentarne la capacità isolante; un cilindro metallico dotato di un gancio, che costituisce l’armatura interna.

Questa bottiglia, caricata e scomposta permette di mostrare come le cariche risiedano nel vetro.

Le bottiglie di Leyda 36/E e 37/E sono state acquistate da Dell’Acqua – Milano nel 1857.

Riferimenti: LPSAS, LXV, Programmi 1858.

 

37/E BOTTIGLIE DI LEYDA

Metallo, vetro

d. 65; h. 120

3/4 XIX secolo

Due bottiglie di Leyda non scomponibili, munite di gancio collegato con l’armatura interna per poterle appendere al conduttore di una macchina elettrostatica.

 

38/E BOTTIGLIE DI LEYDA

Vetro, ottone, metallo, legno

Base: 380 x 210; h. 250

1/4 XX secolo

L’apparato consiste di due condensatori, montati in parallelo per aumentarne la capacità di immagazzinare cariche elettriche. Ciascuno dei condensatori è costituito da un bicchiere in metallo appoggiato alla base in legno, contenente un cilindro in vetro, il cui asse è formato da un’asta metallica, alla quale sono fissati nastri metallici piegati su se stessi.

I vasi metallici costituiscono le armature esterne, mentre le aste quelle interne; il vetro, che è isolante, aumenta la capacità del condensatore.

I condensatori sono stati acquistati nel 1904 a completamento dell’apparecchio 141/E per eseguire le esperienze di Tesla.

 

39/E APPARATO PER LO SCAMPANIO ELETTRICO

Legno, vetro, ottone, bronzo

320 x 170; h. 390; bottiglia: d. 65; h. 120

De Vecchi

2/4 XIX secolo

Lo strumento è costituito da due campanelli metallici, uno montato su una colonna in ottone fissata ad una base in legno, isolata mediante quattro piedini in vetro, l'altro montato sopra una bottiglia di Leyda e collegato alla sua armatura interna.

L’armatura esterna della bottiglia è collegata all’altro campanello, tramite una piastra d’ottone posta nella base in legno.

Una volta caricata la bottiglia di Leyda, si verifica che il piccolo conduttore a pendolo, isolato, viene attirato alternativamente da ciascun campanello, producendo una scampanio e causando, ad ogni colpo, una piccola scintilla che scarica lentamente la bottiglia. Data di acquisto 1854.

Riferimenti: LPSAS, LXV, Programmi 1854.

40/E CONDENSATORE DI EPINO

Legno, vetro, metallo

Base: 310 x 160; h. 270

1/4 XX secolo

Condensatore piano formato da due dischi metallici affacciati dotati di impugnatura e sostenuti da due piedistalli montati su una base rettangolare in legno. La distanza tra i due dischi può essere variata a piacere e fra di essi può essere posta una lastra di materiale isolante. Lo strumento, il cui modello originale fu ideato dal fisico Franz Maria Aepinus (1724-1802), serve per dimostrare che la capacità del condensatore aumenta al diminuire della distanza tra i dischi e con l’inserimento fra le armature della lastra isolante.

Data di acquisto 1930.

 

42/E MACCHINA ELETTRICA DI WIMSHURST

Ghisa, ottone, metallo, isolante

490 x 170; h. 570

4/4 XIX secolo

La macchina elettrostatica, costruita secondo il modello proposto dall’inglese James Wimshurst (1852-1903) nel 1882, si compone di due dischi di ebanite del diametro di 40 cm, affacciati fra loro e rotanti in senso opposto intorno ad un asse orizzontale; la rotazione è comandata da una puleggia mossa da una manovella posta anteriormente alla macchina, alla sua base. Il perno è fissato ad un supporto verticale, in ghisa verniciata, montata su una base pure in ghisa. Alla base sono inoltre fissati due condensatori di vetro e metallo, collegati ai pettini che racchiudono i dischi alle estremità del diametro orizzontale.

Su ciascun disco in ebanite sono poste delle strisce di stagnola, sulle quali appoggiano due spazzoline metalliche collegate tra loro da un conduttore disposto secondo un diametro del disco. Mettendo in rotazione i dischi, per una serie di azioni elettriche, si producono per induzione cariche opposte sui dischi che sono raccolte dai pettini ed accumulate nei condensatori. Tra le sferette poste in alto e collegate ai condensatori scoccano continuamente scintille.

Data di acquisto 1900.

Riferimenti: Murani O. (1920), Trattato elementare di Fisica, Milano, Hoepli, vol. 2, p.391. LPSAS, CCLXXXV, Inventario 1914, n.479.

 

170/E BOTTIGLIE SINTONICHE DI LODGE

Vetro, metallo

D. 100; h. 215

4/4 XIX secolo

L’apparecchio è costituito da due condensatori con armature metalliche e vaso in vetro, ai quali sono collegati due circuiti: uno di forma rettangolare termina con una sferetta posizionata vicino alla sfera con cui termina l’armatura interna del primo condensatore; l’altro dotato di un ponte mobile che permette di modificarne l’area. Alle armature del secondo condensatore, lateralmente, sono collegate due piccole sferette metalliche.

I due circuiti così formati e disposti in piani paralleli costituiscono un sistema di circuiti accoppiati risonanti.

Collegando le armature del primo condensatore con un rocchetto a induzione, questo si carica e si scarica periodicamente con una scintilla che scocca fra le sferette, mentre il circuito collegato è sede di una corrente oscillante ad alta frequenza. Spostando il ponte mobile sull’altro circuito se ne varia l’induttanza, in modo che questo entri in risonanza. Il circuito secondario è così percorso da corrente indotta di alta frequenza, che si manifesta con lo scoccare di scintille fra le sferette del secondo condensatore.

Sede:

Piazza Rosate, 4 | 24129 Bergamo | Tel. 035 237476