Liceo Paolo Sarpi

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Armadio 10

ELETTRICITÀ - MAGNETISMO

L’invenzione della pila nell’anno 1800 dovuta allo scienziato italiano Alessandro Volta (1745 – 1827), rendendo disponibili correnti elettriche che duravano nel tempo, aprì nuove prospettive nell’ambito dell’elettricità determinando il fiorire di ricerche sulla conduzione elettrica e sull’elettrochimica; pile di vario tipo, resistenze elettriche, elementi circuitali andarono ad arricchire i laboratori didattici.

Dalla pila di Volta, semplice pila a colonna formata da dischi di argento e zinco affacciati e separati da carta imbevuta di acido, nella quale però l’intensità della corrente diminuiva rapidamente a causa dei depositi sugli elettrodi prodotti dalle reazioni chimiche, si costruirono pile con elettrodi di vario tipo e immersi in acidi diversi, per ovviare agli inconvenienti e ottenere voltaggi sempre maggiori.

Nel Gabinetto di Fisica sono presenti molti modelli di pile a scopo puramente dimostrativo: la pila di Volta con dischi di rame e zinco, quella a corona di tazze, le pile Daniell, Bunsen, Grove, Leclanché, Grenet, la pila italiana e infine le pile termoelettriche di Nobili e di Noë.

Alcune fra queste pile erano di fatto utilizzate come generatori di corrente in circuiti appositamente costruiti per verificare e misurare le resistenze elettriche dei diversi materiali.

 

Il magnetismo, noto fin dall’antichità quale proprietà della magnetite di attirare materiali ferrosi, fu dapprima studiato come fenomeno a sé; secondo tale impostazione, nel Gabinetto di Fisica sono presenti calamite di varia foggia e aghi magnetici, aghi di inclinazione e declinazione per misurare il magnetismo terrestre.

Solo dopo il 1820, allorquando il fisico danese Christian Oersted (1777-1851) scoprì che una corrente elettrica genera un campo magnetico, poté essere stabilito il legame fra elettricità e magnetismo e da quel momento si svilupparono ricerche per indagare le interazioni fra corrente elettrica e campo magnetico. Un contributo fondamentale allo studio di tali interazioni si deve al fisico francese André Marie Ampère (1775-1836) che, sulla base di numerose esperienze, giunse alla formulazione delle leggi che regolano le reciproche interazione fra circuiti percorsi da corrente e fra calamite e circuiti.

I due banchi di Ampère presenti nel Gabinetto di Fisica consentono di riprodurre le esperienze effettuate dallo scienziato.

 

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